lunedì 28 settembre 2015

L'arte è espressione della propria epoca,





L'arte è espressione della propria epoca, sia nella forma che assume sia nei rapporti che ha con la società nel suo complesso.
La società moderna si è rapidamente evoluta aumentando esponenzialmente la propria complessità. L'arte, di conseguenza, ha dovuto sottostare ad un rapido mutamento nella dinamica produttore/fruitore. In questo delicato rapporto si sono inseriti una pluralità di soggetti, figli della propria epoca.
Senza voler scomodare troppo la storia, non è che sia passato molto tempo da quando il rapporto dei produttori era strettamente commesso con quello dei fruitori. Il rapporto committente ed artista, a ben vedere dista da noi solo pochi secoli. Il primo grande cambiamento lo si è avuto con Napoleone III e la sua idea di aprire il Salon des Refusés, aprendo ai borghesi l'opportunità di acquistare delle opere che non fossero strettamente accademiche e di far nascere una nuova categoria di intellettuali che divenne interprete e mediatore tra lo spirito dell'artista e l'intelletto del fruitore. Nacquero così un po' alla volta schiere di critici.
Oggi la situazione la conoscono tutti. Le categorie di personaggi legati all'indotto sono aumentate a dismisura: galleristi, mercanti, uffici stampa, curatori, giornalisti, blogger, video imbonitori, ambulanti in fiere, etc.
Tutto ciò non può che influire, non solo nei rapporti sociali, ma anche nelle forme che le opere assumono. L'ultima frontiera di questo caos è internet dove le immagini, le notizie e le idee circolano a livello planetario in un battito di click. Cosa succederà in futuro alla produzione artistica non è facile da ipotizzare. Forse si potranno presentare due possibili scenari contrapposti: omogenizzazione o pluralità di stili e linguaggi. Certo è che oggi si assiste a una forma di "esagerazione provocatoria", dove la provocazione si orienta in ogni direzione e l'esagerazione si inserisce in quel processo che sostituisce all'estetica la teratologia. Uno degli esempi più lampanti e garbati è la diffusione di immagini sui social network che si riferiscono a opere di "madonnari 2.0", maestri virtuosi del trompe l'oeil. Il fraintendimento diseducativo che internet amplifica e diffonde porterà sempre di più il pubblico a pretendere emozioni forti confondendole con quelle provate da Stendhal nella sua ben nota sindrome.


 esagerare quindi senza timore alcuno di essere criticati o squalificati dall'ambito delle arti figurative.

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