giovedì 1 ottobre 2015

Per una definizione di "anestetica" generale



L'alfa privativa è un prefisso che attribuisce il significato di mancanza di quanto è espresso dalla parola a cui è associato. Pertanto per definire anestetica bisognerebbe poter definire l'estetica e quindi ribaltare il tutto. Ma questo sarebbe un progetto ambizioso e fuori dalla portata di una rapida e superficiale trattazione. Pertanto mi piacerebbe portare a riflettere sulla sua possibile identificazione con la teratofilia imperante tra la fine del ventesimo e l'inizio del ventunesimo secolo.

Teratos= portentoso, mostruoso.

un tera = mille mliliardi



Non sempre il mostruoso coincide con brutto. Sicuramente non è cosa modesta o banale. Il più delle volte è eccessivo nella sua esagerazione.

La teratofilia di cui si parla è qualcosa che strisciando permea un po' tutti i settori. Non solo quello delle avanguardie artistiche, dove è più evidente, ma anche nella vita di tutti i giorni con le notizie che arrivano da giornali, televisioni, e soprattutto internet.
Il fascino che ci riporta bambini astanti al cospetto di cose maestose.



Nell'arte la teratologia sfiora l'osceno, lo lusinga, se ne avvale per auto promuoversi ed avere ragione d'essere.




Ma ancora non dobbiamo pensare ad una banalizzazione del giudizio di merito che lo identifichi con "brutto". No, cerca una propria identità, una propria categoria. Forse è il cucciolo che cerca di rendersi autonomo. Un qualcosa che nel prossimo futuro circolerà liberamente nelle nostre città e sarà la norma. Un mondo esagerato in se e per se. Un mondo dove il banale e normale viene bandito come fastidioso.  Buñuel vedrebbe così realizzato i sui film in 3d e plurisensoriali.

Se l'anestetica dovesse trionfare potremmo trovarci in un mondo costruito con case che oggi definiremmo bizzarre,



curiose,
incredibili.


Comunque alcune opinioni vengono dalla rete. Oliviero toscani per esempio
Esagerare, quindi. 

Andare l'oltre l'umano, in un mondo fantastico che sembra uscito da effetti speciali di un cinema decadente per contenuti ed esaltante per emozioni di immediata presa. 
Oppure ripetere e rendere la ripetizione un colpo basso alla sensibilità dello spettatore. Utilizzare qualcosa decontestualizzato, inanimato, morto, imbalsamato.
Chissà nei secoli a venire cosa verrà detto di questa nostra epoca così piena di contraddizioni e di eccessi.

Una raccolta di "eccessi" artistici la troviamo in un articolo dell' huffingtonpost.
Strano, osceno, inopportuno e di cattivo gusto potrebbero essere i primi giudizi. Ma forse si deve andare oltre nell'analisi e non vedere solo chi concepisce, ma anche chi avvalla guardando, plaudendo e dando spazio. Alcune cose della raccolta possono ancora avere un senso comprensibile, altre sono solo per conquistare la morbosità del pubblico.
Possiamo credere ancora alla funzione salvifica dell'arte difronte all'opera di Milo Moire?
.... Forse alla fine una salvezza potrà esserci.




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