venerdì 21 aprile 2017

mercoledì 19 aprile 2017

Gillo Dorfles e la crisi d'identità delle arti figurative

Ancora una volta Dorfles chiarisce in poche parole quella che è stata una piccola rivoluzione nelle arti figurative che ha visto l'ingresso di una pluralità di forme espressive che vedevano il corpo, il movimento e l'azione nel novero dell'arte visiva.

martedì 18 aprile 2017

sabato 15 aprile 2017

Grafica: il cavallo di Troia per l'educazione estetica di massa


Ascoltando Dorfles ho pensato a "cugini" degli artisti: i grafici.
Questi sottostimati creatori di oggetti estetici hanno, nella nostra società moderna, assunto un ruolo fondamentale nell'educazione estetica delle masse.
Spero che questo ruolo venga riconosciuto sia dal committente, sia da chi si appresta a svolgere il lavoro. Un fardello in più per quegli anonimi operatori che riempiono la nostra vita di segni ed immagini che ci scorrono sotto gli occhi.
Un ringraziamento al "grafico ignoto" a cui tributare omaggio


I consigli di Carlos

I consigli di Cruz Diez



venerdì 7 aprile 2017

I consigli di un re

Riprendendo il dilemma "artista si è o si fa" non posso che consigliare la lettura di un libro di Stephen King. Non temete, non mette i brividi. Si tratta di un libro sullo scrivere. Il titolo è: "on Writing".

Si tratta di un libro autobiografico e in chiave di manuale per apprendisti scrittori. Ora, per quanto questa nota sia scritta per apprendisti artisti delle arti visive e non dell'arte di scrivere, risulta utile soprattutto nella prima parte dove si tracciano gli esordi e gli sforzi per affermarsi.

Le biografie degli artisti sono uno strumento per capire come rapportarsi con il proprio atteggiamento nei confronti del lavoro che si intende svolgere. Un lavoro diverso dagli altri, ma pur sempre un lavoro.

Quando dicevo che l'infanzia non conta mi stavo riferendo solo alla stesura di un C.V. mentre sia da questa biografia-manuale sia da altre biografie potremmo

dire che conta dall'adolescenza in poi, con tutte le eccezioni del caso.
 Tornando al nostro re, King si forgia nella prima parte della propria vita. La volontà e l'essenza d'artista, per lui, nasce proprio li, in quella aborrita "fin dalla più tenera età" che si deve omettere nei C.V. 
King focalizzava ogni sua attenzione e volontà allo scrivere facendone esercizio quotidiano. Scriveva di tutto ed in ogni modo. Ma non solo. Lui leggeva, studiava, insegnava e, soprattutto, viveva. Esperiva quelle sofferenze, quelle gioie, quei fatti, che divennero poi la materia grezza delle sue creazioni.
Esercizi quotidiani indipendenti dai risultati nell'immediato.

Ora, se sostituite lo scrivere con il dipingere o scolpire, il gioco è fatto. Troverete un manuale per forgiarvi in forma d'artista, o meglio, per essere artista. Essere e non fare. Come sono sia King che Smith.
Ma non temete. Non credo sia necessario "iniziare da piccoli". Credo sia necessario, una volta iniziato, continuare con dedizione ed abnegazione assoluta. Bisogna "bere il calice fino alla feccia". Non ci si può risparmiare e, soprattutto, si deve studiare. Per king "La lettura è il centro creativo della vita di uno scrittore" per voi il guardare le opere d'arte. Se poi avete talento il re vi dice che: "Il talento toglie significato all'idea stessa di esercizio; quando si trova qualcosa per il quale si ha talento vero, la si fa (qualunque cosa sia) fino a farsi sanguinare le dita o cascare gli occhi dalla testa."