Forse bisognerebbe porsi una domanda: perché invece delle fiere d'arte non si fanno degli elenchi?
Forse gli elenchi sarebbero più utili e meno dispendiosi per tutti. Meno dispendioso per gli espositori, che non dovrebbero pagare stand, trasferte, trasporti ed allestimenti e meno dispendioso per il pubblico che non dovrebbe pagare il biglietto e la trasferta. Dopotutto, cosa ti dà una fiera se non un elenco? L'elenco delle gallerie presenti, l'elenco degli artisti esposti, l'elenco delle opere di questi artisti, l'elenco delle persone che conosci ed incontri, l'elenco delle assenze tra le gallerie e tra gli artisti.
Dei dati numerici sarebbero più utili e facilmente gestibili per capire dove va l'arte, o meglio dove va il mercato dell'arte visto che l'arte è stata ridotta a solo mercato, e quindi epurata da tutta la sua sovrastruttura inutile si ritrova ridotta alla sua componente essenziale che è quella economica. L'unica componente dell'arte di cui si sente parlare oggi è quella fatta di trend, di prezzi, di crescita o rallentamento della crescita del mercato di un artista o di un gruppo. Se uno sente parlare di rivalutazione può stare sicuro che la rivalutazione non è mai una rivalutazione in senso storico critico, ma solo venale. Avete mai sentito parlare d'arte ad una fiera d'arte?
venerdì 8 aprile 2016
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