lunedì 28 novembre 2016

1979 Flavio Caroli parla della crisi del mercato dell'arte


Lungimiranza quella di Caroli che nel 1979 ci parlava della crisi del mercato dell'arte o cronica sofferenza lamentosa del mugugno del settore?

Difficile a dirsi, ma quello che appare subito lampante é che tutto sommato poco si sappia del mercato, del suo valore economico e dei suoi aspetti peculiari. Tanto che Caroli sostiene che il mercato in quell'anno abbia subito un calo del settanta o ottanta per cento rispetto al 1972, anno al culmine di un decennio dove a Milano si era drenato, sempre a sua detta, niente po' po' meno che il settanta per cento del mercato mondiale. Mica noccioline, parla proprio di mercato mondiale. Stranamente però non conforta queste affermazioni con fonti di riferimento attendibili, ma nonostante ciò gli hanno pubblicato un libro con la raccolta dei suoi articoli usciti sul Corriere della Sera negli anni immediatamente precedenti. Nella sua prefazione ci apre gli occhi su un mondo del Bengodi dove ingenti flussi di denaro arrivavano bella capitale meneghina divenuta l'ombelico del mondo del'arte.  Forse la prefazione del suo libro necessitava di un sugo un po' piccante per renderlo più appetibile.  Ma oggi si tratta di storia antica.  anche se Caroli compare in televisione come testimone attendibile di questo strano mondo, e nessuno ha voglia di chiedergli di rendere conto delle sue affermazioni di allora.

Verba volant scripta manent. Vogliamo ritrovarle queste parole? e allora:

  • La politica dell'arte, il titolo;
  • Garzanti l'editore;
  •  Il 1979 l'anno.


Forse erano gli anni della Milano da bere, forse darle un ruolo centrale doveva servire a qualcuno. Forse tanta gente parla a vanvera.
Ma se nel settantanove si era già già perso una fetta così consistente di mercato cosa dovrebbe rimanere oggi?

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