Con l'introduzione del diritto di seguito si potrebbe verificare una situazione a dir poco paradossale.
Essendo il guadagno proporzionato al volume di opere circolante, allora quante più opere recanti la firma dell'autore circolano tanto più l'avente diritto si trova a guadagnare.
Ma quando l'artista in vita non si è dimostrato un gran lavoratore? Quando questi invece di lavorare le sue otto ore in studio per produrre tanti capolavori ha preferito bighellonare con amici e compagni di sbronze tra una festa e l'altra? Quando il debosciato si è limitato a pochi sporadici geniali interventi in studio? Quando ormai logorato da questa vita intensa e brillante ha avuto la malaugurata idea di morire giovane? Come possono gli aventi diritto "tutelarne con profitto il genio"?
Questo non è dato da sapere per certo.
In ogni caso la la legge trova una tutela per tutti, o quasi.
Il diritto di seguito in questo caso potrebbe calmierare le ire dei "tutelatori di diritti" avidi nei confronti dei falsari.
Un facile assioma potrebbe essere enunciato così: "più falsi circolano più guadagna l'avente diritto". L'erede del debosciato fannullone si potrebbe trovare a guadagnare anche sull'opera non eseguita dall'autore. Si passerebbe quindi in una sequenza di ribaltamenti logico giuridici di ogni forma di diritto. Il falso in arte verrebbe ad assimilarsi, per certi versi, al plagio in letteratura. Infatti l'appropriarsi dell'opera altrui, definito plagio, porta un beneficio a chi appone la firma e non all'autore effettivo dell'opera. Così ora, anche in arte, l'opera falsificata e circolante a nome dell'artista potrà portare il beneficio economico all'artista stesso, oltre che al falsario. Inoltre, colmo dei colmi, il vero esecutore, il falsario, a questo punto non solo non verrebbe a percepire un equo compenso per l'opera da lui eseguita, ma addirittura risulterebbe essere la figura maggiormente sfruttata e mal ricompensata per l'uso del suo talento.
Il falsario oscillerebbe tra il losco criminale ed il povero ammanuense espropriato del merito del proprio talento.
E l'arte? e la cultura? ed i diritti degli ingenui che credono in un valore artistico più che a quello economico? E quanti hanno sostenuto l'artista acquistandogli le opere per permettergli di produrne delle altre per il bene della cultura?
Concetti economici come inflazione, saturazione di mercato, occupazione di tutte le nicchie di mercato e la conquista di tutti i potenziali clienti, si adattano a produzioni industriali o a produzioni "industrializzate" di prodotti che industriali non sono.
La tutela del consumatore in questi casi è optional.
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