Ungaro, uno stilista che ha il senso della misura per quello che fa e rende omaggio all'arte, relegando la moda ad un fenomeno effimero e contraddittorio.
Ma forse si dovrebbe andare oltre ed applicare un principio di moda anche all'arte. Un concetto preso a prestito magari dalla statistica. Moda o norma che dir si voglia. Un fenomeno che attanaglia le scelte anche in campo artistico da parte dei più. Se andiamo a vedere dei fotogrammi, un filmato in time laps come si dice oggi, di quanto viene portato alle fiere o battuto nelle aste, a prescindere dall'aspetto economico, potremmo dire che il principio di Ungaro può benissimo venire applicato anche all'arte e, soprattutto, al suo mercato.
Trasformazioni del soggetto di desiderio, rispecchiano forse "la crescita culturale" delle persone o della società nel suo complesso? La sindrome di Stendhal ha cambiato ingredienti?
Sono dubbi che vengono e forse andrebbero approfonditi.
Comunque la profezia di Ungaro ha sicuramente una portata che travalica l'aforisma che l'ha generata. Quanti sono gli artisti derisi in vita e che hanno avuto il loro riscatto post mortem? Ma anche quanti osannati in vita e altrettanto rapidamente dimenticati? Alcuni artisti si adeguano alle mode, altri le creano. Forse quello che importa maggiormente è essere se stessi e procedere ignorando e attentamente osservando. Due cose contrapposte in apparenza, ma che fanno parte del crescere e maturare. Fanno parte dell'apprendere e devono quindi essere dosate con sapienza e oculatezza.
Nessun commento:
Posta un commento