Henri Matisse aveva le idee chiare. Ha lasciato opere e pensieri coerenti che dovrebbero essere di guida e spunto per molti artisti anche oggi. Spesso mi capita di vedere delle opere che hanno troppo dentro. Sono troppo piene. La composizione si soffoca da sola. Sapersi fermare per tempo è un arte.
Matisse ci nobilita anche il concetto di decorativo che per anni è stato sinonimo di lezioso, banale, superficiale. Eppure un dipinto deve essere anche decorativo. La decorazione è qualcosa di insito nell'arte, ne è partecipe in qualche misura. Comunque questa decoratività non è fine a se stessa, ma è funzionale all'espressione di un sentimento. Matisse sembra quasi anticipare di mezzo secolo i pensieri di Susanne Langer che, raccolti in un volume intitolato "Sentimento e forma", hanno dominato la scena del dibattito artistico nella seconda metà del novecento.
Non per questo ci si deve concentrare solo su virtuosismi "formali".
Esistono aspetti della decorazione che comunque sono deleteri e privi di contenuto. Potremmo definirli fini a se stessi. Adolf Loos nello stesso anno (1908) in cui Matisse scriveva queste note ci redarguisce e ammonisce contro l'ornamento. Nel suo manifesto "Ornamento e delitto" non lascia scampo: " Per me non ha valore l’obiezione
secondo cui l’ornamento può aumentare la gioia di vivere in un uomo colto..."
Dobbiamo pensare quindi ad una via diplomatica atta a conciliare e trovare quell'equilibrio che anche Langer ci invita a trovare.
Nessun commento:
Posta un commento